Su invito di Italia Lavoro, avendo partecipato alla formazione di una Bottega di Mestiere e dell’Innovazione per l’ingresso di tirocinanti, (arrivata terzi su novantasette domande accettate in tutta Italia), siamo andati a Montepulciano per partecipare alla manifestazione “Luci sul Lavoro”.
Abbiamo portato il nostro Robot per riabilitazione DARTAGNAN (Device for ARTiculAtions GeNeral rehAbilitatioN), che è capace di riabilitare, in modalità sia attiva che passiva braccia e gambe di ambo i lati.
Oltre ad AMO’, Ankle Mechatronic Othesis, riabilitatore di collo piede con accento calabresizzante, e FLAME, FLuoroscopic Aiming MEchanism, meccanismo di mira sotto fluoroscopia per inserire viti nella struttura ossea a colpo sicuro.
Eravamo nella Fortezza Medicea di Montepulciano, e gli altri esibitori, a parte Droni Srls, anche calabrese, che esibiva i droni con cui controlla dall’alto i lavori del Viadotto Italia sulla A3, erano tutte aziende artigianali, il cui campo d’azione variava dal cibo (c’era Caffarel con i suoi gianduiotti e la sua storia di 190 anni, oltre a raffinatissimi pastai siciliani e caseari pugliesi), alla ceramica, alla bigiotteria, alla sartoria.
Noi eravamo decisamente gli unici a presentare tecnologia innovativa inventata, brevettata, progettata ed autoprodotta.
Pensavamo di non essere pronti, e invece, grazie a un notevole tour de force dei ragazzi, siamo riusciti a presentare un prodotto certamente non pronto per il mercato, ma non molto lontano da questo.
Risultato, montagne di complimenti, gli incontri col Ministro del Lavoro e con il Sottosegretario Boffa, che ha poi pubblicamente dichiarato (ce lo hanno riferito, noi non eravamo presenti) che dalla Calabria era arrivato un esempio di come, unendo l’intelligenza alla manualità, si possano fare cose eccellenti.
E naturalmente, dato che la Calabrian High Tech è uno spin-off Unical, anche la nostra Università, rappresentata dal Prof. Mario Amelio, che ha organizzato la nostra Bottega, ha fatto la sua figura.
In effetti sono convinto che le Università possano fare molto nel campo della terza missione. Ma la strada che preferisco non è quella di vendere brevetti, ma cercare di arrivare in produzione di qualcosa, magari di sistemi embedded, che uniscano l’hardware meccanico al software, e continuare intanto a far ricerca, perché solo così un’azienda può rimanere solida nel tempo.
La mia filosofia è quella della lepre, bisogna correre sempre, perché nel momento che ci fermiamo a vedere come siamo stati bravi, arrivano i cani, e ciao.
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